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Soffro, dunque mi curo

Immagine del redattore: dr. Robertdr. Robert

Quattro coordinate sulle terapie psicologiche

In genere, gran parte delle psicoterapie — comprese quelle corporee, che utilizzano la parola per dare istruzioni su quello che si deve fare (respirare, sentire il corpo, ecc…) o quelle in cui il terapeuta si mostra come esempio o incarna le funzioni di genitore compensativo — sono #cure che si basano sulla #suggestione


Il paziente trova la “retta via” identificandosi al terapeuta. Ma in questo modo sacrifica la sua autenticità, il suo #desiderio


“Faccio così perché me l’ha detto il terapeuta!”.


Tale maniera di condurre una cura a volte funziona e comporta effetti positivi, tuttavia, questo approccio mostra diversi limiti:


—> si tratta di pura #suggestione che risale allo “stadio dello specchio” (implicitamente mi comporto come vuole mamma che mi comporti)


—> non tocca gli aspetti simbolici


—> trattasi di metodi impositivi


—> creano dipendenza, sostituendo la dipendenza dal sintomo a quella dal terapeuta


Nella #psicoanalisi invece, l’analista rifiuta di essere il “padrone”, rinuncia a prescrivere compiti, a dispensare consigli, a fare interpretazioni, rinuncia semplicemente a plasmare il paziente a suo piacimento.


Tale posizione da parte dello #psicanalista assicura la libertà del paziente e la sua piena accettazione.


Compito dello psicanalista è quello di guidare il paziente nella ricerca del suo significato, delle #parole che plasmano la sua vita e che condizionano il suo #sintomo


 
 
 

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